Monday, December 3, 2007

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THE EUROPEAN PARLIAMENT: NO MONEY FOR FOSSIL FUELS

A Bruxelles approvata a larga maggioranza una storica risoluzione che chiede alla BEI e alle agenzie di credito all’export di smettere di finanziare l’estrazione di gas e petrolio

Roma, 29 novembre 2007 – Questa mattina il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione in cui si invitano con forza la Banca europea per gli investimenti (EIB) and export credit agencies (ECAs) not to use European taxpayers' money to finance the extraction of fossil fuels. CRBM, along with all the international NGOs that monitor closely the work of ECAs and the EIB, welcomes with great satisfaction the decision of the Community institution, among other things, with a large majority (about 600 on as many as 540 deputies voted in favor ).

The European Investment Bank or the Bank for development created by the European Union over the past five years has guaranteed loans of 20 billion euro for the construction of works related to the extraction of fossil fuels. In 2006 his contribution to this type of project ha raggiunto il 58% del totale su scala mondiale sostenuto con fondi pubblici, superando di gran lunga l’apporto fornito dalla Banca mondiale – che pure dà il suo contributo finanziario al peggioramento dei cambiamenti climatici.

Le agenzie di credito all’export sono enti pubblici presenti in tutti i paesi industrializzati – l’ECAs italiana è la SACE – e che promuovono verso le realtà del Sud del pianeta esportazioni ed investimenti che contribuiscono in maniera significativa ad aumenti di lungo termine dei gas serra. Si stima che il sostegno delle ECAs nei confronti dei progetti per l’estrazione di gas e petrolio sia il doppio di quello garantito dalle altre istituzioni multilaterali. La metà dei nuovi progetti realizzati nei paesi in via di sviluppo ha ricevuto un qualche sostegno da parte delle ECAs.

“L’Unione europea attualmente sta negoziando una riduzione delle sue emissioni di gas serra, ponendo una forte enfasi sull’importanza della diminuzione delle emissioni anche da parte dei paesi in via di sviluppo” ha dichiarato Antonio Tricarico, coordinatore della CRBM. “Però allo stesso tempo i suoi organismi finanziari hanno ignorato le implicazioni ambientali delle loro attività. E’ venuto il momento di porre fine a tutto ciò, per cui ben vengano le parole e le esortazioni del Parlamento europeo. E’ ora che i governi nazionali agiscano di conseguenza” ha concluso Tricarico.